Questi Pezzi di Precisione 3D-Stampato Da Falso Polvere di Luna Ci Porterà Un Passo più Vicino a Vivere su Marte

Foto: Agenzia Spaziale Europea

Marte è carente nella vasta offerta di risorse naturali che abbiamo venuto a fare affidamento su, qui sulla Terra, gli astronauti e il tentativo di colonizzare, o anche solo visitare, il pianeta rosso può portare solo una quantità limitata di materiali con loro. Imparare a fare con quello che Marte ha da offrire è una delle sfide più grandi di visitare il nostro vicino più prossimo, ma i risultati dell’Agenzia Spaziale Europea più recente di stampa in 3D esperimenti di dimostrare che non è impossibile.

Abbiamo inviato sonde e rover su Marte, ma ad oggi è stato solo un viaggio di sola andata. La nostra conoscenza di ciò che Marte è fatto è limitata a ciò che Spirit e Opportunity può imparare da campioni, e studiare meteoriti Marziane che hanno fatto la loro strada verso la Terra. Come la nostra luna, se c’è una cosa che Marte non manca, è la polvere. Così come uno stand-in per genuine Marte ingredienti, i ricercatori si sono rivolti a una versione simulata di suolo lunare, noto anche come regolite lunare.

Lavorare con una società Australiana chiamata Lithoz, l’ESA ha stampato in 3D un campione di varie parti utilizzando sensibile alla luce legante misto con la regolite—che di per sé è fatto di silicio, alluminio, calcio, ferro e ossidi che sono stati a terra per una finissima polvere. Invece di riscaldare l’impasto, estrusione, come la colla a caldo, e lasciandolo raffreddare e indurire, 3D-stampa tecnica usata qui, invece, stabilisce gli strati molto sottili di regolite miscela, che sono esposti alla luce, causando l’agente legante per solidificare.

I pezzi vengono poi cotti in un forno a creare un solido, materiale ceramico che non è solo forte, ma anche dotato di una superficie liscia, uniforme e consistenza della superficie in modo che siano compatibili con i pezzi meccanici che sono stati creati con una precisione molto elevata. Se hai mai avuto un 3D-printed oggetto fatto da plastica fusa, le evidenti imperfezioni sulla sua superficie sono facili da individuare, e problematica per l’utilizzo in macchine di precisione.

L’ESA passo successivo è quello di testare a fondo la forza e la resistenza di queste parti stampate in 3D, al fine di determinare se sono in grado di resistere ai rigori di un viaggio nello spazio, e la vita in un ambiente ostile. Alla fine, invece di tirare un rimorchio pieno di pezzi di ricambio, una missione umana su Marte avrebbe semplicemente per portare un archivio digitale di tutte le parti utilizzate per la nave e di altre strutture, una stampante 3D, e forse un secchio per raccogliere il suolo locale.

[Agenzia Spaziale europea via designboom]

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